Premetto che, non essendo un giornalista, faccio le mie osservazioni basandomi su quello che i media – in senso lato – pubblicano e commentano su internet o in televisione e radio. Essendo abbastanza critico verso la categoria dei giornalisti in genere (fatte salve doverose eccezioni) non reputo necessario acquistare giornali e riviste, considerandoli un autentico sperpero di denaro.

Come molti in questi giorni sto seguendo i commenti e le illazioni (perché di questo si tratta nella maggior parte dei casi) sullo scandalo delle partite truccate, e spesso resto abbastanza sorpreso da quello che sento raccontare: mi auguro che si tratti di misunderstanding, o – nella peggiore delle ipotesi – di scarsa etica professionale da parte di chi racconta o a volte inventa cose per attirare attenzione, lettori ed ascoltatori.

Ad esempio, sento sul TG3 che gli Inquirenti sono “cauti” circa la segnalazione di una società austriaca di scommesse (Skysport365) che aveva sospeso per un flusso di scommesse anomale ben dieci partite di serie A. Gli stessi inquirenti però dànno massimo credito alle parole di Marco Pirani, dentista marchigiano che finora oltre ad aver sparato nel mucchio non ha ancora fornito alcun elemento decisivo a dimostrare le combine di cui si parla su tutti i giornali. Si parla di partite “over”, nel gergo significa con più di tre gol. Situazione che ad esempio per la Roma si è verificata ben 20 volte su 38 partite. Una scommessa con una possibilità di successo ben superiore al 50% insomma.

Io spero che il giornalista del TG3 abbia frainteso le parole dei Giudici, perché se no altrimenti un qualsiasi complottista potrebbe pensare che questa inchiesta è una pistola carica per disfarsi di qualcuno. Casi del genere non sono mancati nel passato: usare uno scandalo per fare piazza pulita di una classe dirigente è pratica comune un po’ ovunque nel mondo, e non solo da noi. Unita alla passione di alcuni per lo sport del lancio del fango potrebbe avere risultati devastanti per molti. De Rossi e Balotelli ne sanno già qualcosa, e molti sanno che il buon Mario non è tra i miei preferiti.

E poi qualcuno si adonta se Antonio Cassano mostra il dito medio alle telecamere…