Sono anni che combatto con un’infermità frutto del mio passato servizio – nonostante quello che ha sancito la Pubblica Amministrazione – e che mi trovo a dovermi sottoporre periodicamente ad esami diagnostici per monitorare l’evoluzione del mio stato di salute. Una delle cose più frustranti di questa routine sanitaria spesso è avere a che fare con personale piuttosto “distante”, se non a volte addirittura sgarbato. Premesso che nessuno si aspetta il Dottor Kildare al proprio capezzale, né tantomeno un medico di E.R., mi starebbe bene anche un Dottor House: cinico e bastardo, ma competente. Invece spesso si ha a che fare con gente che fa dell’ignoranza a tutti i livelli il proprio marchio distintivo.

In questi anni – nei referti dei miei esami clinici – sono stato guarito dai miei mali, mi hanno diagnosticato malanni inesistenti, ho subìto esami con mezzi di contrasto che non mi sono mai stati iniettati, sono stato cazziato perché rubavo tempo a pazienti più gravi di me, e chi più ne ha più ne metta. Ma la cosa che mi ha sempre fatto letteralmente impazzire è il copia-e-incolla sui referti medici. Avete mai fatto caso che quando andate a fare un esame vi viene richiesto un qualsiasi precedente dello stesso tipo? E come il referto del vostro esame somigli (alla fine) a quello dell’esame precedente che avete fornito – a meno che non vi sia stata una drammatica evoluzione del vostro stato di salute, ovviamente. Questa cosa mi ha sempre lasciato la sgradevole sensazione che, in realtà, l’esame non sia stato valutato con la necessaria attenzione.

Giusto ieri, dopo aver sostenuto per la prima volta nella mia vita un certo esame radiologico, sono stato raggiunto telefonicamente da un medico della struttura dove mi ero recato (badate bene, una IRCCS: Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, mica pizza e fichi! Una di quelle, per intenderci, che fa begli spot commoventi sulla ricerca per ottenere il nostro cinquepermille) che dopo avermi subissato di domande mi ha sgarbatamente rimproverato per non aver consegnato alcun precedente, e questo nonostante il quesito diagnostico fosse ben specificato sulla prescrizione medica!

Ora io mi dico: queste persone hanno studiato cinque anni per qualificarsi come medici, più gli anni di specializzazione (remunerata, a differenza di molte altre categorie) soltanto per imparare a fare copia-e-incolla da un altro referto? In fondo si chiede loro di mettere a frutto le loro competenze e scrivere quello che vedono su una lastra o in un’immagine computerizzata! Mi piacerebbe sapere come sono arrivati a lavorare dove ora lavorano…

Non c’è nulla da fare: questa è la nostra Italia! Ho un caro amico, ne posso parlare perché so che non frequenta InternetFacebook (lui usa il computer per cose serie, e non vorrebbe che parlassi di lui). E’ medico, uno stimatissimo cardiochirurgo. Non è legato a nessun barone o partito politico, ha fatto undici anni di volontariato non retribuito ed è a un passo dall’incarico di primario in una importante struttura. Conosciuto e stimato a livello internazionale, fa dell’umanità e della competenza il suo carattere distintivo. E’ costretto a fotocopiare tutto ciò che firma per timore che qualcuno possa tentare di “incastrarlo” e mettere al suo posto un altro medico più politically correct di lui. Di sicuro qualcuno con una bella Laurea copia-e-incolla…